Alma presenta “Food Law”, il manuale sul diritto d’autore del cuoco
Italia a Tavola
Pubblicato il 18 Ott 2016
Il diritto d’autore dei cuochi e la tutela della creatività in cucina sono i temi del libro “Food Law”, il manuale edito da Alma. Davide Scabin del “Combal.Zero” ha firmato la prefazione del libro
C’era anche Alma - La scuola internazionale di cucina italiana tra i protagonisti di Food&Book, il festival, diretto da Sergio Auricchio e Carlo Ottaviano, dedicato alla “cultura del cibo” e al “cibo nella cultura”, che si è svolto dal 14 al 16 ottobre a Montecatini Terme (Pt). In occasione del festival, Alma ha presentato l’ultimo volume della collana Alma-Plan: “Food Law: la tutela della creatività in cucina”. Il testo prova a fare chiarezza su una questione complessa e ancora inesplorata: la tutela della creatività in cucina e il diritto d’autore dello chef che concepisce una ricetta, un tema di grande interesse sia per i professionisti della ristorazione che per il pubblico dei foodie.
A curare “Food Law” - che ha il merito di utilizzare un linguaggio semplice e accessibile pur essendo un testo di argomento legale - sono due esperti in materia, entrambi presenti come relatori a Montecatini Terme: l’avvocato Carmine Coviello, specializzato nel settore delle arti, della musica e dello spettacolo, e l’avvocato Davide Mondin, docente di Alma, specialista in valorizzazione del patrimonio alimentare e gastronomico e in denominazioni alimentari. Lo chef Davide Scabin, Ristorante “Combal.Zero”, che ha fatto della creatività e della ricerca un tratto distintivo della propria cucina, firma invece la prefazione del libro. All’interno di “Food Law” si parla di due case history legate a suoi piatti storici.
In “Food Law”, per prima cosa, gli autori chiariscono quali siano gli elementi che facciano di un piatto un’opera creativa: ci deve essere un apporto personale da parte dell’autore, in modo che l’opera gastronomica rappresenti un progresso rispetto al sapere esistente. La creatività si può manifestare nell’utilizzo di ingredienti mai considerati in precedenza oppure già noti ma associati in modo inedito, nell’originalità della struttura fisica o dell’aspetto del piatto o del prodotto e nel suo nome.
Se la creazione gastronomica si configura come creativa, allora può essere tutelata anche sotto il profilo legale. La tutela può riguardare innanzitutto la “ricetta”, intesa come astratta spiegazione di come ottenere un piatto o un prodotto. Se si concretizza in forme adeguate (testo scritto, file, video, ecc.) e possiede determinate caratteristiche in termini di originalità espressiva, la ricetta può infatti essere considerata un’opera letteraria, a prescindere dalla novità delle informazioni gastronomiche contenute. Un’altra questione è l’utilizzo del termine brevetto con riferimento alla cucina.
A rendere unico nel suo genere il volume “Food Law” è anche il codice personalizzato, disponibile al suo interno, per la registrazione gratuita sul portale MySocialRecipe, progetto ideato e promosso da Francesca Marino: MySocialRecipe è il primo sito web pensato per cuochi, pizzaioli, pasticceri o semplici appassionati di cucina che permette di certificare l’originalità e la paternità delle proprie ricette. Il meccanismo è semplice: basta registrarsi online e caricare le proprie creazioni, così da ottenere una marca temporale - emessa dall’apposito sistema di validazione Infocert - che associa una data e un’ora certe e legalmente valide a ogni nuova ricetta, conferendole la duplice caratteristica di originalità e priorità.
Ma le forme di tutela della creazione gastronomica non rappresentano un ostacolo alla libera circolazione della creatività? A rispondere è l’autore Davide Mondin: «Sicuramente c’è una tradizione gastronomica che è e deve rimanere patrimonio della collettività. Accanto a questa, però, esistono prodotti ascrivibili al genio di singoli operatori: spetta a loro decidere se far rientrare la propria opera in tale patrimonio (permettendo così che chiunque ne goda e ne tragga profitto) o se invece rivendicarne l’esclusiva (comunque entro determinati limiti temporali). Non dobbiamo infatti dimenticare che ristoranti, bar e pasticcerie sono a tutti gli effetti imprese e, come tali, è legittimo che aspirino a sfruttare in modo privilegiato ciò che nel loro ambito è stato concepito, spesso dopo anni di ricerca e impegno. La difesa delle idee originali, insomma, va intesa come stimolo alla creatività: un conto è rifarsi all’opera geniale di qualcuno prendendone ispirazione e aggiungendo poi il proprio apporto personale, altra cosa è invece limitarsi a copiarla in modo parassitario. Ferma restando, tuttavia, la possibilità per chi abbia subito la “copiatura” di tollerarla se non, addirittura, di considerarla una attestazione di stima».
In “Food Law”, per prima cosa, gli autori chiariscono quali siano gli elementi che facciano di un piatto un’opera creativa: ci deve essere un apporto personale da parte dell’autore, in modo che l’opera gastronomica rappresenti un progresso rispetto al sapere esistente. La creatività si può manifestare nell’utilizzo di ingredienti mai considerati in precedenza oppure già noti ma associati in modo inedito, nell’originalità della struttura fisica o dell’aspetto del piatto o del prodotto e nel suo nome.
Se la creazione gastronomica si configura come creativa, allora può essere tutelata anche sotto il profilo legale. La tutela può riguardare innanzitutto la “ricetta”, intesa come astratta spiegazione di come ottenere un piatto o un prodotto. Se si concretizza in forme adeguate (testo scritto, file, video, ecc.) e possiede determinate caratteristiche in termini di originalità espressiva, la ricetta può infatti essere considerata un’opera letteraria, a prescindere dalla novità delle informazioni gastronomiche contenute. Un’altra questione è l’utilizzo del termine brevetto con riferimento alla cucina.
A rendere unico nel suo genere il volume “Food Law” è anche il codice personalizzato, disponibile al suo interno, per la registrazione gratuita sul portale MySocialRecipe, progetto ideato e promosso da Francesca Marino: MySocialRecipe è il primo sito web pensato per cuochi, pizzaioli, pasticceri o semplici appassionati di cucina che permette di certificare l’originalità e la paternità delle proprie ricette. Il meccanismo è semplice: basta registrarsi online e caricare le proprie creazioni, così da ottenere una marca temporale - emessa dall’apposito sistema di validazione Infocert - che associa una data e un’ora certe e legalmente valide a ogni nuova ricetta, conferendole la duplice caratteristica di originalità e priorità.
Ma le forme di tutela della creazione gastronomica non rappresentano un ostacolo alla libera circolazione della creatività? A rispondere è l’autore Davide Mondin: «Sicuramente c’è una tradizione gastronomica che è e deve rimanere patrimonio della collettività. Accanto a questa, però, esistono prodotti ascrivibili al genio di singoli operatori: spetta a loro decidere se far rientrare la propria opera in tale patrimonio (permettendo così che chiunque ne goda e ne tragga profitto) o se invece rivendicarne l’esclusiva (comunque entro determinati limiti temporali). Non dobbiamo infatti dimenticare che ristoranti, bar e pasticcerie sono a tutti gli effetti imprese e, come tali, è legittimo che aspirino a sfruttare in modo privilegiato ciò che nel loro ambito è stato concepito, spesso dopo anni di ricerca e impegno. La difesa delle idee originali, insomma, va intesa come stimolo alla creatività: un conto è rifarsi all’opera geniale di qualcuno prendendone ispirazione e aggiungendo poi il proprio apporto personale, altra cosa è invece limitarsi a copiarla in modo parassitario. Ferma restando, tuttavia, la possibilità per chi abbia subito la “copiatura” di tollerarla se non, addirittura, di considerarla una attestazione di stima».