Un’arte finalmente riconosciuta, quella dei pizzaioli, pur in assenza di scuole di formazione specifiche e ufficiali (che speriamo, da oggi, vengano prese in considerazione dalle istituzioni preposte); è questo il risultato di una campagna di mobilitazione che ha visto oltre due milioni di firme raccolte e inviate all’Unesco per ottenere il riconoscimento di Patrimonio Mondiale dell’Umanità.
Riunita a Seul, la commissione UNESCO, dopo una lunga e complicata discussione, ha accolto la richiesta italiana di riconoscere l’Arte dei Pizzaioli Napoletani come Patrimonio dell’Umanità. A Seul, ad aspettare il verdetto, c’era una folta delegazione guidata da Sergio Miccu dell’Associazione Pizzaioli Napoletani, Antonio Pace dell’Associazione Verace Pizza Napoletana, Gennaro Masiello presidente della Coldiretti Campania, l’ex ministro Alfonso Pecoraro Scanio presidente della Fondazione Univerde.
Ci piace ricordare che, oltre ai due milioni di firme, a sostegno della richiesta è stato avviato il contest #pizzaUnesco, ideato da Francesca Marino, di cui la nostra rivista è media-partner.
Auguri di cuore a tutti i pizzaioli napoletani che, per secoli, hanno tenuto fede ad una regola e ad uno stile: impasto idratato e scioglievole, ammaccatto e sciaffeggiato, con farina 00, al massimo 1.
L’ Arte dei Pizzaioli Napoletani è Patrimonio Mondiale dell’Umanità