Parte la campagna promozionale della coltura tutelata Ue Luciano Pignataro Un simbolo della Dieta Mediterranea che non a caso trova nella piana del Sele, nelle immense distese di campi coltivti a Paestum, uno dei luoghi di elezione. Del resto il carciofo accompagna da tempo immemorabile la cultura gastronomica e rurale delle popolazioni del mezzogiorno d'Italia e della Campania in particolare. Le radici della sua coltivazione vengono fatte risalire al tempo dei Borboni, il cui ufficio statistico già nel 1811 segnalava la presenza di carciofi nella zona di Evoli, l'attuale Eboli, e Capaccio. Le prime coltivazioni specializzate di carciofo sono state realizzate da agricoltori del Napoletano che impiantarono "carducci" di loro ecotipi proprio nelle zone adiacenti ai famosi Templi di Paestum. Ma la vera e propria diffusione del carciofo nella piana del Sele risale intorno al 1929-30, grazie alle vaste opere di bonifica e di profonda trasformazione agraria apportate dalla riforma fondiaria. Anche il testo di geografia economica del Migliorini del 1949 ne confermala presenza ed importanza nella zona. Nel Dopoguerra questa coltura ha continuato ad essere presente ed è attualmente uno dei fuori all'occhiello dell'agricoltura avanzata di questo territorio in grado di essere competitivo a livello europeo. Domani parte ufficialmente la campagna promozionale con un convegno all'Agripaestum durante il quale saranno presentate le varie attività previste nella grande campagna promozionale che accompagna la produzione 2018 di questo importante prodotto d'eccellenza. «La campagna di promozione parte non a caso con questo convegno dice Alfonso Esposito, presidente di Terra Orti perché il primo febbraio c'è l'apertura della campagna di raccolta 2018. Il progetto di promozione prevede tutta una serie di attività per comunicare la bontà del prodotto e per incrementarne il consumo. Tra queste ricordiamo i diversi workshop con operatori e consumatori, gli eventi gastronomici nei ristoranti, le giornate di informazione presso i punti vendita della GD O, i percorsi di gusto riservati a giornalisti, la presenza in importanti esposizioni fieristiche come Fruit Logistica di Berlino, Cibus di Parma e Taste di Firenze per offrire una panoramica completa sull'importanza di questo ortaggio e al contempo farlo conoscere all'estero. Saremo inoltre nelle scuole con attività didattiche e di animazione». O RIPRODUZIONE RISERVATA ii Schito Tipico di Castellammare adotato dall'alta ristorazione per le sue qualità in cucina e gli abbinamenti gr Il bianco L'ultimo ad essere raccolto nel territorio incontaminato dei comuni di Auletta Pertosa e Caggiano Incontro Domani il taglio del nastro Partirà con un convegno inaugurale, domani alle ore 18.30, dall'Agripaestum di Capaccio-Paestum, la campagna 2018 del Carciofo di Paestum IGP promossa dalla O.P. Terra Orti e finanziata dalla misura 3 Tipologia di intervento 3.2.1 del P.S.R. Campania 2014 -2020 All'incontro saranno presenti Franco Alfieri (Consigliere per le Politiche Agricole Regione Campania), Filippo Diasco (Direttore Generale Agricoltura Regione Campania), il Sindaco del Comune di Capaccio-Paestum Franco Palumbo, il giornalista enogastronomico Luciano Pignataro, il Presidente della O.P. Terra Orti Alfonso Esposito e il Direttore della O.P. Terra Orti Emilio Ferrara. La ricetta Mezzi paccari con genovese di baccalà e carciofi Angelo D'Amico L a genovese di baccalà deriva da un'idea di tradizione campana su un prodotto largamente utilizzato sia sulle coste che soprattutto nell'entroterra. Il mio è un omaggio alla tradizione campana con piccolo tocco di modernità. Degustatelo nel mio ristorante presso Locanda Radici a Melizzano. Ingredienti 320 g di mussillo di baccalà (già dissalato); 120 g di cipolla di Alife; 30 g di pinoli; 5 g di uvetta 40 g di sedano; n. 2 agli; Falanghina q.b.; n. 4 carciofi Preparazione Preparare un fondo con olio EVO, cipolla tagliata a juliene, uvetta, pinoli, aglio in camicia e sedano; lasciare appassire e subito dopo sfumare con il vino bianco e bagnare con acqua di baccalà. Portare a cottura il fondo per 40 minuti a fuoco moderato. Successivamente inserire il mussillo di baccalà tagliato a pezzetti aggiungendo del pepe e portare a cottura il tutto per 1 h 30 min. a fuoco lento. A parte preparare i carciofi conditi con aglio e mentuccia e cuocere il tutto a forno cottura arrosto per circa 40 min., una volta che sono ben cotti emulsionare il tutto con del vegetale, utilizzando un semplice frullatore, ottenendo così una vellutata. Fatto ciò uniamo la vellutata di carciofi e la genovese di baccalà precedentemente preparata (75 % genovese di baccalà e 25 carciofi emulsionati). Cuocere i mezzi paccheri e amalgamiamo il tutto. Ricetta registrata su www.mysocialrecipe.com
Paestum Igp, la lunga marcia iniziata con i Borbone nell'800