Napoli sceglie il «maestro pizzaiolo» E attende l'Unesco A dicembre il comitato si riunisce a Seul per decidere sulla candidatura In città c'è la gara (anche con il web) per premiare il miglior artigiano di Salvatore Avitabile Come l'Opera dei Pupi e la Dieta Mediterranea, l'Arte dei pizzaioli napoletani punta al riconoscimento come patrimonio culturale immateriale dell'Unesco. La candidatura è stata presentata il 26 marzo del 2015 e a dicembre, a Seul, i paesi membri del comitato intergovernativo Unesco per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale si riuniranno per pronunciarsi sulla candidatura. Una candidatura sostenuta anche da una petizione con oltre 2 milioni di firme. E a Napoli, proprio per spingere il progetto Une sco, i114 novembre sarà assegnato il titolo di «maestro pizzaiolo» nell'ambito della seconda edizione del conte st #PizzaUnesco, organizzata dal sito www.mysocialrecipe.com ideato da Francesca Marino. Una giuria, composta da dieci membri e presieduta da Enzo Vizzari, sceglierà il «maestro pizzaiolo» tra dieci candidati nel corso di una serata che si svolgerà nel chiostro del `500 di Palazzo Caracciolo MGallery di Sofitel a Napoli. Gli altri componenti della giuria sono (salvo cambiamenti) Allan Bay, Fiammetta Fadda, Giorgio Calabrese, Scott Wiener, Eleonora Cozzella e Tommaso Esposito. Sarà premiata la pizza più originale di tutte. Che rispetti, però, i canoni della ricetta tradizionale: l'impasto dev'essere, ben lievitato e manipolato in senso rotatorio, i condimenti devono risultare tra loro in equilibrio, la pizza va cotta in maniera uniforme e il cornicione deve risultare rialzato e dorato. Insomma una bella sfida. Nella prima fase in modo particolare più di 230 pizzaioli di 24 Paesi hanno presentato i loro progetti. In pratica sono state oltre 37o le pizze da tutti i continenti proposte per sostenere la candidatura Unesco dell'arte del pizzaiolo napoletano come patrimonio immateriale dell'Umanità. Nata con l'obiettivo di sostenerne la candidatura, che come detto sarà valutata a dicembre a Seul, la seconda edizione della gara ha chiuso la sua prima fase web, registrando nello specifico la partecipazione record di 373 pizze (quasi il triplo rispetto allo scorso anno), realizzate da 232 pizzaioli al lavoro in 24 Paesi di tutti i continenti. «Abbiamo avuto una partecipazione oltre ogni aspettativa e siamo molto contenti perché i pizzaioli di tutto il mondo e di tutte le età hanno capito l'importanza di partecipare ha esclamato nei giorni scorsi l'ideatrice del sito e dell'iniziativa, Francesca Marino Voglio anche segnalare un altro aspetto non secondario in un mestiere da secoli considerato solo maschile. Hanno infatti partecipato 28 pizzaiole ed è stato questo sicuramente un segnale importante e qualificante che rende questa competizione sul web unica». La finale del 14 novembre prossimo inoltre sarà anche l'occasione per scoprire le menzioni speciali assegnate dai partner di Mysocialrecipe: migliore pizza per gli aspetti nutrizionali (a cura di Legambiente); pizza Slow migliore pizza per la territorialità (a cura di SlowFood); pizza più letta sul web (a cura di Mysocialrecipe); migliore pizza per l'originalità degli ingredienti (in collaborazione con la federazione italiana cuochi); miglior abbinamento vino-pizza (a cura dell'associazione italiana sommelier); migliore pizza per l'impasto (a cura di Ferrarelle); la pizza è anche fritta (a cura della rivista Italia a Tavola); pizza senza glutine (a cura della rivista Ristorazione Italiana); pizza in the world (Luciano Pignataro Wine Blog); pizza funzionale e alternativa di Nip Food (Nazionale Italiana Pizzaioli) e miglior pizza al pomodoro (a cura della Fiammante). Come ricorderete il 17 ottobre 2003 la conferenza generale Unesco ha approvato la convenzione per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale, per la tutela della cultura tradizionale e del folclore del nostro pianeta. «L'Unesco si pone lo scopo di salvaguardare questi capolavori per evitarne la scomparsa, preservando lo stupefacente insieme di linguaggi, rituali, consuetudini sociali, cognizioni e prassi relative ai saperi legati all'artigianato che nei millenni si sono tramandati di generazione in generazione rappresentando le sfumature e le differenziazioni insite nell'evoluzione dell'Umanità», fu detto dal comitato. Per questi motivi sono stati già riconosciuti in Italia come patrimonio culturale immateriale L'Opera dei Pupi, Il Canto a Tenore, La Dieta Mediterranea, Saper fare liutario di Cremona, Le Macchine dei Santi e La pratica agricola della vite ad alberello di Pantelleria. Il 26 marzo 2015 l'Italia ha candidato la pizza a patrimonio dell'Unesco. Successivamente il consiglio direttivo della commissione nazionale italiana per l'Unesco ha deliberato il 4 marzo 2016 all'unanimità di ricandidare per il 2017 nella lista dei patrimoni immateriali dell'umanità dell'Unesco l'Arte tradizionale dei pizzaioli napoletani. RIPRODUZIONE RISERVATA Nella prima fase del concorso sono state presentate 300 pietanze da tutto il mondo Il 14 novembre c'è la finale Il presidente Enzo Vizzari (netta foto) sarà il presidente della giuria che il 14 novembre in una kermesse a Napoli sceglierà il «maestro pizzaiolo»
Napoli sceglie il «maestro pizzaiolo» e attende l'Unesco