La pizza tra presente e futuro
Pubblicato il 26 Ottobre 2018 | 17:40

 
Dove va la pizza oggi? Lo abbiamo chiesto al recente PizzaAward 2018 di Napoli, a Patrizio Roversi, Teresa Iorio, Anna Scafuri e Alessandro Scorsone durante la premiazione a Palazzo Caracciolo. 
Patrizio Roversi, già Personaggio dell’anno di Italia a Tavola nella categoria opinion leader e membro della giuria del PizzaAward 2018contest ha confessato di aver scoperto qualcosa di nuovo.

[(La pizza tra presente e futuro)]

«Io avevo in mente una pizza che era fondamentalmente quella napoletana, la Margherita e quindi molto semplice, con pochi ingredienti e in qualche modo connaturata all’aria di Napoli oltre che all’acqua di Napoli, invece i 10 pizzaioli finalisti del contest mi hanno dimostrato che ci possono essere anche delle innovazioni, ma sono innovazioni scientifiche».

[Patrizio Roversi (La pizza tra presente e futuro)]
Patrizio Roversi
«Lì c’è un tale amore per il prodotto - prosegue Roversi - una tale competenza che allora mi va bene modificare e cambiare!». E poi? Beh, la pizza è femmina, come ci ha raccontato Teresa Iorio della Pizzeria Le Figlie di Iorio di Napoli: «Ovviamente ci sono anche pizzaioli maschi ma la pizza è femmina. Margherita, sempre con la A, pizza fritta…».

[Vincenzo D'Antonio e Teresa Iorio (La pizza tra presente e futuro)]
Vincenzo D'Antonio (corrispondente di Italia a Tavola) e Teresa Iorio

Anna Scafuri, giornalista e presidente della giuria del contest ha invece approfondito il futuro della pizza e le sue implicazioni «Il futuro è sempre più essere vicino ai bisogni del pubblico, la pizza deve conservare questa sua capacità di essere conviviale perché oggi se c’è un valore importante a tavola è proprio quello della convivialità, però la pizza di oggi ci può anche stupire, quasi avvicinandosi ad essere un piatto a tutti gli effetti»

[Anna Scafuri (La pizza tra presente e futuro)]
Anna Scafuri

«Ci sono tante polemiche e tante scuole di pensiero sulla pizza gourmet - ha aggiunto - ma io credo sia comunque un’ottima via per poter sperimentare, per trovare gusti nuovi e abbinamenti insoliti; certo non è facile rimanere ancorati alla tradizione e allo stesso tempo proporre qualcosa di innovativo, ma abbiamo una generazione di giovanissimi e giovanissime molto motivati che soprattutto hanno anche trovato in questo lavoro una leva economica importante».

A chiusura invece una chiacchierata con Alessandro Scorsone sugli abbinamenti: «I produttori di vino stanno regalando delle opere d’arte a tutti i pizzaioli, io penso soprattutto i vini vulcanici e non penso solo a quelli campani, salendo ad arrivare ai territori più vocati, o mi piace pensare anche ad un sano Lambrusco, per poi salire di nuovo, dalla Franciacorta al Trentoco, dall’Alta Langa all’Oltrepò Pavese per poi lasciarsi prendere anche da splendide performance anche marchigiane».

[Alessandro Scorsone e Alberto Lupini (La pizza tra presente e futuro)]
Alessandro Scorsone e Alberto Lupini

«La parte bella sapete quale è? Le persone che si siedono a un tavolo e pensano che giustamente si può sognare: una grande pizza che oggi è un’opera d’arte riconosciuta nel mondo incontra l’opera d’arte della terra di tanti vignaioli, di tanti uomini e donne che raccontano i loro pezzi di cuore».
 
La pizza tra presente e futuro