Quasi duecento reclusi hanno festeggiato grazie ai volontari della comunità di Sant'Egidio La testimonianza di Gino Sorbillo: «Attraverso la pizza ho aiutato tanti giovani a riscattarsi»
A sinistra un momento del pranzo con i detenuti del carcere di Poggioreale organizzato dalla Comunità di Sant'Egidio Qui accanto Antonio Mattone con Gino Sorbillo, che ha raccontato: «Attraverso la pizza ho aiutato tanti giovani a riscattarsi». Una giornata diversa, all'insegna dell'impegno sociale e delle emozioni forti in occasione del pranzo di Natale organizzato dal 2004 dalla Comunità di Sant'Egidio nel carcere di Poggioreale. Ieri hanno partecipato all'evento 160 detenuti tra i più poveri o che non hanno più legami familiari e tra loro tanti stranieri: a servire il pranzo oltre 60 volontari. L'iniziativa è stata resa possibile anche grazie alla raccolta fondi del contest internazionale #pizzAward, promossa dalla nutrizionista Francesca Marino, ceo di MySocialRecipe.com, e dal sostegno di tanti imprenditori come il maestro pizzaiolo Gino Sorbillo e il presidente della Fondazione Banco Napoli Rossella Paliotto, presenti ieri con il garante dei detenuti Samuele Ciambriello, il presidente della Fondazione Premio Napoli Domenico Ciruzzi, esponenti del mondo dell'imprenditoria, dell'università, dello sport ma anche dello spettacolo come Francesco Cicchella che si è esibito in un esilarante show e ha promesso di ritornare per uno spettacolo nei prossimi giorni. Presenti ancora il provveditore dell'amministrazione penitenziaria campana, Antonio Fullone e il vescovo di Sant'Angelo dei Lombardi Pasquale Cascio, delegato della Conferenza Episcopale campana per le carceri. «Un pranzo di Natale ha detto Antonio Mattone, portavoce della Comunità di Sant'Egidio per non dimenticare chi vive recluso, come è nelle finalità e nelle prerogative della nostra associazione e per dire che è sempre possibile cambiare, rimettere in gioco la propria vita e stare vicino a chi vive un periodo buio. L'incontro tra la buona tavola e la solidarietà è sempre un momento felice. Questo nella casa circondariale "Giuseppe Salvia Poggioreale", è un gesto di grande attenzione e generosità. Un segno anche di speranza e di vicinanza verso chi, pur avendo commesso degli errori, si trova in solitudine in un momento particolare come il Natale». Il direttore del carcere, Maria Luisa Palma ha rivolto un caloroso saluto ai volontari e ai detenuti. E proprio in mezzo a loro ha mangiato la moglie del vicedirettore Giuseppe Salvia (a cui è intitolato il carcere) ucciso dalla camorra nel 1981, un gesto di riconciliazione che ha suscitato applausi, stupore e tanta commozione. Importante poi la testimonianza di Gino Sorbillo: «Anche io sono figlio di una zona particolare della città ha spiegato ai detenuti e attraverso la pizza ho aiutato tanti giovani a trovare un lavoro per toglierli dalla strada. Con qualcuno ci sono riuscito, con qualcuno no e ho anche pianto, ma volevo far capire loro che la pizza è vivacità e allora chi meglio del giovane napoletano 'scugnizzo' può emergere in questo mondo? La pizza ti apre orizzonti, tifa viaggiare. Basta la volontà». E poi Sorbillo ha raccontato da dove è partito: «Oggi io mi sono affermato ma ho lottato con impegno e determinazione. Mia nonna materna era dei Quartieri spagnoli dove è cresciuta poi mia madre, mio padre della zona del Carmine e con l'impegno quotidiano sono riuscito a costruire quello che ho ora». Dopo pranzo è arrivato Babbo Natale con una bella slitta costruita dai detenuti e dagli agenti della falegnameria e ha portato doni per tutti: caffè, francobolli e felpe. I pranzi nelle carceri continueranno: venerdì a Secondigliano con il cardinale Crescenzio Sepe, lunedì a Santa Maria Capua Vetere e Pozzuoli. E poi il 4 gennaio si torna a Poggioreale, nel reparto clinico, con il direttore dell'Asl Napoli 1 CiroVerdoliva.
Il Natale a Poggioreale a pranzo con i detenuti