I sapori della Campania Olimpiadi della pizza è sfida con i giapponesi
(Luciano Pignataro e servizi da pag. 40 a 44)
Domani al via il mese delle Olimpiadi della Pizza, organizzate dall`Associazione Verace Pizza nella sede di Capodimonte L`estate si apre con il contest legato a questa manifestazione, poi quello dell`Apn per la partecipazione al Pizza Village infine spazio al PizzAward di Mysocialrecipe. Dal virtuale al reale, sino alla finalissima di «50TopPizza» al Mercadante
 
I pizzaioli olimpionici
Luciano Pignataro
Il mondo della pizza non conosce la sosta estiva. Anzi, al contrario, si moltiplicano le iniziative che, tra l`altro, coinvolgono sempre di più i social, un campo che vede la categoria dei pizzaioli al primo posto per vivacità e creatività. Apre le danze l`Associazione Verace Pizza Napoletana (Avpn) che celebra i suoi primi 35 anni con l`organizzazione di vere e proprie Olimpiadi che vedranno la partecipazione di almeno 150 pizzaioli provenienti da tutti i Continenti. Una iniziativa che ha visto anche l`organizzazione di un contest aperto ai circa 800 iscritti dell`Avpn svoltosi dal 27 giugno al 5 luglio. E, a proposito di contest, dobbiamo ricordare gli altri due in corso: quello dell`Apn per decidere le due pizzerie che vanno a completare il quadro della partecipazione al Pizza Village previ- sto a settembre, e quello del PizzAward organizzato da Mysocialrecipe. Esito di registrazione di recette di Francesca Marino è stato il primo ad utilizzare questo strumento della rete con la finale live al Mulino Caputo e anche la quarta edizione sta conoscendo successo mondiale. Il mese si concluderà al Teatro Mercandante con la finale di 50TopPizza che per la prima volta gode anche del patrocinio del Comune di Napoli. Un mese intenso, come vedete, di manifestazioni ma anche di riflessione sul nuovo disciplinare che poi è l`altro tema importante delle Olimpiadi della Pizza dell`Avpn. Da più parti queste regole scritte nel 1984 per definire la vera pizza napoletana, sono finite sotto attacco. Certo, alcune cose vanno ripensate, ma non dobbiamo mai dimenticare che è proprio grazie a questo primo passo che si è arrivati alla conquista del riconoscimento Unesco dell`arte del Pizzajuolo Napo- letano come patrimonio immateriale dell`Umanità. Un disciplinare è un po` come una piccola Costituzione e non può essere cambiato sull`onda emozionale del momento(leggi i cornicioni a canotto) o sotto la pressione di campagne commerciali come è avvenuto per la storia dell`integrale qualche anno fa. Un classico diventa tale proprio perché supera le moda. Quello che è successo con l`integrale e l`uso della biga per la lievitazione non è stato altro che un tentativo dei panettieri di riappropriarsi della pizza dopo la separazione avvenuta nel `700. Il problema è che la pizza non deve profumare di pane, ma di pizza e che l`impasto diretto, la farina 00 e una buona lievitazione sono alla fine gli ingredienti più semplici per avere una buona pizza napoletana, che significa appunto, margherita e marinara. Tutto il resto è opinione, gustosa e rispettabile. Ma opinione, appunto. Non storia.

 
I sapori della Campania Olimpiadi della pizza è sfida con i giapponesi