Biologa nutrizionista, imprenditrice, cofounder e GM di Event Planet , Francesca Marino è un personaggio da se- guire. Con arguzia, preparazione e professionalità ha modificato, e sta modificando, le vite di tante persone attraverso iniziative che hanno fatto la storia dei nostri giorni. Sfida ambiziosa con esito positivo quella della candidatura all’UNESCO per il riconoscimento dell’ “Arte del Pizzaiolo Napoletano” come patrimonio culturale dell’umanità. La realizzazione del Sogno Napoletano è stata possibile grazie a milioni di persone che si sono mobilitate per il riconoscimento e grazie al mondo social che ha creato una grande collaborazione e sinergia con il Contest Pizza Unesco orga- nizzato dalla piattaforma MySocialRecipe (MSR) di cui la Marino ne è il CEO (Chief Executive Officer).
Dott.ssa Marino ci racconti l’importanza che ha avuto MSR nel far sì che Napoli ricevesse un riconoscimento importante come quello che ha avuto inerente al contest pizza unesco. L’importanza fondamentale ce l’ha la pizza e l’arte dei pizzaioli napoletani. Noi abbiamo semplicemente appoggiato questo riconoscimento dovuto attraverso l’ utilizzo di una piattaforma che è stata un po’ da collettore di tutti questi pizzaioli italiani e dei pizzaioli stranieri presenti nel mondo che volessero sostenere in qualche modo la candidatura non soltanto attraverso l’apposizione della firma. Le iniziative a sostegno sono state due: una è stata la petizione della fondazione UNIVERDE, che ha raccolto milioni di firme in tutto il mondo; dall’altro MSR ha raccolto, invece, pizze originali omaggio dei pizzaioli alla candidatura all’arte del pizzaiolo come patrimonio immateriale dell’umanità. Importante il senso sportivo di molti pizzaioli a partecipare pur non facendo pizza napoletana, come ad esempio i pizzaioli della NIP (Nazionale Italia Pizzaioli), che hanno sposato la causa elaborando ricette originali a sostegno della candidatura. Anche il senso sportivo dei pizzaioli è stato molto importante. Quindi l’importanza di MSR è il fatto che esista perché senza questa, la competizione sarebbe stata impossibile da fare. MSR ti da la possibilità di depositare pizze originali in autonomia senza doverle presentare a nessuno. La procedura si fa in autonomia e questo da la possibilità di far partecipare tutti i pizzaioli. Oggi esiste un social network di settore dove si depositano le ricette originali e dove si possano organizzare delle competizioni nazionali ed internazionali appoggiate da delle giurie di professionisti del settore che quindi rendono possibili la realizzazione dei sogni perché, di fatto, noi abbiamo realizzato un sogno con questo riconoscimento.»
Un sogno nato da?
Da un popolo. Tutte queste dominazioni che abbiamo avuto ci hanno fissato nel DNA tanti di quei geni diversi che hanno dato vita ad un popolo così originale, cosi contrad- dittorio, cosi geniale e quindi questo sogno è stato reso possibile da questo popolo e dall’amore. L’amore nei confronti della manualità, della caparbietà, della costanza e del sacrificio di tutti questi pizzaioli.
 
Il contest pizza Unesco 2017 è stato vinto dal pizzaiolo Giuseppe Vitiello con la sua Doppia.Il Contest ha coinvolto 232 pizzaioli da 24 Paesi dei 5 Continenti proprio per sostenere la candidatura. Presente una quota rosa senza precedenti (28 pizzaiole, di cui 4 straniere). 393 sono le pizze registrate.
La giuria, prestigiosa e qualificata, è stata presieduta da Enzo Vizzari e composta da Allan Bay, Fiammetta Fadda, Giorgio Calabrese, Scott Wiener, Eleonora Cozzella e Tom- maso Esposito. Importanti i vari Media Partner fra cui Il Mat- tino e Luciano Pignataro Wine Blog.
Per l’Unesco, si legge nella decisione finale, “il know-how culinario legato alla produzione della pizza, che comprende gesti, canzoni, espressioni visuali, gergo locale, capacità di maneggiare l’impasto della pizza, esibirsi e condividere è un indiscutibile patrimonio culturale. I pizzaiuoli e i loro ospiti si impegnano in un rito sociale, il cui bancone e il forno fungono da “palcoscenico” durante il processo di produzione della pizza. Ciò si verifica in un’atmosfera con- viviale che comporta scambi costanti con gli ospiti. Partendo dai quartieri poveri di Napoli, la tradizione culinaria si è profondamente radicata nella vita quotidiana della co- munità. Per molti giovani praticanti, diventare Pizzaiuolo rappresenta anche un modo per evitare la marginalità sociale“.
Il 7 Dicembre 2017, a Jeju, in Corea del Sud, voto unanime del Comitato di governo dell’organizzazione dell’Onu per l’unica candidatura italiana: L’arte del pizzaiolo napoletano viene riconosciuta come patrimonio immateriale culturale dell’umanità.
 
VINCENZO ONNEMBO IL DOPO UNESCO VISTO DALL’ESTERO:
VINCENZO FU FINALISTA DEL CONTEST PIZZA UNESCO NEL 2005. DECIDE POI DI LA- SCIARE L’ ITALIA PER AMPLIARE LE SUE CO- NOSCENZE LINGUISTICHE E FARE NUOVE ESPERIENZE. DA GRAPHIC DESIGNER INIZIA A LONDRA COME LAVAPIATTI. UN ANNO NON FELICE PER L’INGHILTERRA, PER VIA DEI VARI ATTENTATI, MA VINCENZO NON SI PERDE D’ANIMO E CONTINUA IL SUO PERCORSO PER POI TRASFERIRSI A BRISTOL E LAVORARE COME CREATIVO. QUALCHE TEMPO DOPO SI TRASFERISCE A ROTTERDAM PER CONTI- NUARE GLI STUDI CREATIVI E AD OGGI SONO 9 ANNI CHE LUI SI È TRASFERITO IN OLANDA. VINCENZO HA RIVALUTATO LE SUE PROSPET- TIVE E DA CREATIVO CHE È, SI È REINVENTATO E NEL 2013 HA CONVERTITO IL SUO STUDIO CREATIVO IN UNA FOCACCERIA E ROSTICCE- RIA DI NOTTE “DOPO LAVORO” FACENDO SERVIZIO CATERING PER LE GALLERIE D’ARTE, E NON SOLO, DI ROTTERDAM. IL LAVORO È ANDATO SEMPRE MEGLIO E VINCENZO SEM- PRE PIÙ POPOLARE, I SUOI PRODOTTI ANDA- VANO LETTERALMENTE A RUBA. COSÌ, NEL 2015, L’INCONTRO FORTUITO CON MARCO E DANIEL, LO VEDE COINVOLTO IN UN PRO- GETTO “OLD SCUOLA” DOVE OGGI VIN- CENZO È PIZZA CHEF E STORYTELLER.
Vincenzo, Lei non nasce come pizzaiolo, ma lo è diventato, mi spieghi meglio
Io vengo dal campo del cinema e dell’arte, ma sono sem- pre stato affascinato dalla cucina. L’amore e la passione per la cucina è un’estrema purezza ed io ho fatto della mia pas- sione il mio lavoro. Ho studiato una cosa che mi piaceva ma ho ascoltato quello che realmente era importante per me e ne ho fatto il mio lavoro.
Come mai ha deciso di restare in Olanda come pizzaiolo e non tornare in Italia, nel suo Paese, che è la terra della pizza? In Olanda ho stimoli maggiori perché, come pizzeria napo- letana, noi siamo gl unici. La pizza cotta in 60/80 secondi,
forno a legna, lievitazione 36 ore non esiste qui. Mi sento ambiasciatrore della mia terra anche se questo già lo fa- cevo con i miei lavori da videomaker. Ad ogni cliente nuovo che arriva gli spiego cosa sta mangiando, gli parlo della storia della pizza e della mia terra, e questo è molto stimolante.
Qual è il tuo rapporto con il contest pizza Unesco?
Molto personale e singolare perché non essendo nato come pizzaiolo è stata una prima volta per me e vedere che pizzaioli professionisti e noti abbiano apprezzato il mio lavoro è stato bello. Poi la pizza unisce. Non eravamo in un contest. Eravamo semplicemente una squadra che ama il proprio lavoro quindi positivissima come espe- rienza. Siamo tutti molto felici per il riconoscimento Une- sco perché è un lavoro duro, di sacrifici, di storia e tradi- zione. Per me è stata una svolta sia a livello personale che professionale perché la pizza che ho portato in finale è una delle pizze più vendute all’estero.
Dopo che “L’ Arte del Pizzaiolo Napoletano” ha ricevuto il ri- conoscimento Unesco, qual è la percezione che il popolo estero ha, e nel tuo caso l’olanda, nei confronti della pizza? C’ è molta più consapevolezza di cosa si mangia. Come di- cevo, Old Scuola è l’ unica pizzeria napoletana qui e ven- gono ache da centinaia di km di distanza per mangiare una nostra pizza. Mentre prima non si prestava attenzione ad alcune dinamiche, anche perché all’estero non c’è la cultura della pizza, adesso molte adesso persone sono più appassionate e si documentano anche di più.
CONTEST PIZZA UNESCO - RICONOSCIMENTO UNESCO